giovedì 26 gennaio 2012

Cultura, la tela dimenticata dell'Unità d'Italia appello per riportarla alla Reggia di Caserta

"La morte di Pilade Bronzetti a Castelmorrone" di Luigi Toro
Una tela di quattro metri per sei si trova arrotolata in una stanza del museo nazionale di San Martino a Napoli, impolverata, priva di cornice e lasciata in un luogo buio in balìa del tempo che ne sciupa i colori e la bellezza. E’ la tela che riproduce “La morte di Pilade Bronzetti a Castelmorrone” che fu realizzata nel 1885 da Luigi Toro, artista di origini sessane ma vissuto a lungo a Roma, dove fu apprezzato da pubblico e critica e ammirato da re Umberto I, che ne visitò lo studio in via Margutta. Oggi, la Facoltà di Lettere della Seconda Università di Napoli, ne chiede il restauro e avanza la proposta di far ritornare la tela nella sua naturale collocazione: alla Reggia di Caserta. Autore e personaggio raffigurato, non a caso, sono legati a filo doppio con la provincia di Caserta. L’eroe è, infatti, il bersagliere Bronzetti, mantovano che ha versato il suo sangue il 1° ottobre del 1860 in Terra di Lavoro per l’Unità d’Italia: non fu tra i Mille di Garibaldi che sbarcarono a Marsala, ma solo perché Enrico Cosenz, ormai generale, lo volle con sé come capitano nella seconda spedizione che stava preparando. Combatté nella battaglia di Milazzo e, nel frattempo, si innamorò della genovese Jenny Odero con la quale ebbe una struggente storia d'amore frantumatasi alla vigilia dell'ultima e fatale impresa di Castelmorrone. Per il centocinquantesimo anniversario della morte dell’eroe, la Facoltà di Lettere che ha sede a Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Rosanna Cioffi, ha segnalato l’urgenza del restauro del dipinto legato alla storia risorgimentale e alla gloriosa battaglia del Volturno. “Il quadro venne recensito da D’Annunzio  – ricorda la professoressa Almerinda Di Benedetto, docente di Storia delle Arti Contemporanee della Facoltà e studiosa dell’Ottocento -  esso appartiene alla Fondazione Banco di Napoli – Intesa San Paolo dal 1900, quando, dopo la scomparsa dell’artista, a causa di un credito fondiario esercitato dal Banco di Napoli, il dipinto entrò nella proprietà dell’ente, confluendo poi nelle sue collezioni. Oggi il quadro giace, ormai da qualche decennio, nei depositi del Museo napoletano di San Martino, privo della cornice originale smarrita durante i diversi spostamenti subiti. Nonostante i numerosi appelli rivolti ai vertici della Banca Intesa San Paolo, solitamente sensibile alle iniziative legate al mondo dei Beni culturali, la proposta di intervento è tuttavia rimasta inascoltata”. Il recupero, che ha bisogno di uno stanziamento economico di circa 50 mila euro, rappresenterebbe il primo passo per un ideale “ritorno a casa” dell’opera che darebbe un valore culturale aggiunto alla provincia di Caserta e alla sua pagina storica del Risorgimento italiano. Fu proprio Toro, infatti, a far giungere il dipinto alla Reggia di Caserta nel 1886 con l’intento di farlo acquistare dalla Deputazione provinciale con il sostegno dei  Ministeri di Casa Reale, della Pubblica Istruzione e della Guerra affiancati dai comuni di Caserta e Castelmorrone. L’ipotesi, trascinatasi attraverso lunghe trattative, non andò mai in porto.

Marilù Musto

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