Un volume di affari pari ad oltre duecento milioni di euro
l’anno. Tanto vale il ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Caserta. Un
tesoro che la camorra si è vista sfuggire parzialmente di mano alla fine del
2008, quando furono sciolti i consorzi tra comuni, enti pubblici che si
avvalevano per la raccolta di soci privati, spesso imprenditori collusi come i
fratelli Orsi, Gaetano Vassallo e Nicola Ferraro; decine di amministrazioni
locali, comprese quelle dell’agroaversano come Casal di Principe e Casapesenna,
confluirono nel Cub, acronimo di Consorzio Unico di Bacino delle province di
Napoli e Caserta, una mega ente con l’obiettivo di gestire direttamente la
raccolta lasciando fuori i privati. Attualmente il Cub, pur essendo in
liquidazione da due anni, effettua
Corrado Lembo |
Ancora Lembo, nel corso di una più recente audizione alla commissione, l'otto giugno del 2011: “C’era la prospettiva di voltare pagina, cioè di passare ad una gestione diversa, provinciale, quindi centralizzata, però questo non si è fatto, è rimasto tutto come prima, in una fase emergenziale infinita, che non cessa mai perché la legge ha stabilito un termine finale che è stato prorogato”. E sulla questione del rapporto tra criminalità organizzata e ciclo integrato dei rifiuti: “Mi sembra di aver fatto nel corso delle precedenti audizioni una funesta profezia – dice - mi ero permesso di osservare che in alcuni Comuni, direi una buona parte, del casertano, accanto al sindaco, come autorità di governo, esiste un’altra autorità – insiste Lembo - una sorta di convitato di pietra occulto, ma ben presente e che tira le fila del discorso affaristico locale. Questo è un dato di fatto. Non lo dimostrano soltanto
le indagini della procura distrettuale antimafia. Vi sono diversi segnali, non tutti apprezzabili dal punto di vista penale, ma che depongono univocamente in questa direzione”. Sul passaggio avvenuto nel 2008 dai 4 consorzi all’unico soggetto, il Cub appunto, Lembo afferma testualmente che si è trattato di “un vero e proprio travestimento di carte perché è mutato l’assetto, ma la sostanza è rimasta inalterata, i problemi sono sempre gli stessi”. Lo dimostra un’inchiesta avviata dalla sua procura nel marzo 2010 sulle gestione del Cub: nel mirino gli incarichi direttivi dati a personaggi già protagonisti nella gestione degli ex disastrati consorzi, le promozioni – circa 700 - e gli straordinari regalati con notevole dispendio di soldi pubblici, i continui sabotaggi ai mezzi per la raccolta che costringono il Cub a rivolgersi a ditte private, episodi dietro cui potrebbe nascondersi la mano della camorra.
Nicola Ferraro |
Lo scenario da emergenza continua trova puntuale riscontro
nei fatti: attualmente, mentre Curti e Macerata Campania si avvalgono per la
raccolta di una srl pubblica, l’Appia Service, 45 comuni casertani si affidano per
tutti i servizi ambientali, dalla raccolta degli rsu a quella dei rifiuti
speciali alla selezione dell’immondizia e a tutte le connesse attività di
trasporto, a poche aziende private, che operano quasi sempre senza alcuna gara
pubblica, in virtù di ordinanze di emergenza poi puntualmente prorogate, o con
gare che prevedono affidamenti di pochi mesi alla cui scadenza arriva la solita
proroga con provvedimento contingibile e urgente. Situazioni che di fatto
aggirano le norme europee e italiane sulla concorrenza e sulla trasparenza e
che finiscono, spesso, per favorire le imprese controllate dalla camorra o che
godono di amicizie politiche. Chi sono allora i privati? C’è l’Eco Transider
della famiglia Ragosta, di recente finita in un’indagine della DDA in quanto
secondo i magistrati avrebbe riciclato i soldi del clan Fabbrocino. L’azienda
ha contratti per la raccolta e il recupero di rifiuti in gomma, carta, legno,
plastica, ingombranti e pneumatici con numerosi Comuni tra cui Casagiove,
Gricignano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, Cellole, Villa di Briano e da
ultimo, il 10 aprile scorso, nonostante l’indagine, si è vista aggiudicare in
via provvisoria fino al 31 dicembre 2012 il servizio di conferimento per lo
stoccaggio dei rifiuti umidi da parte del Comune di Marcianise. La DHI
dell’imprenditore Alberto Di Nardi (con sede a Pastorano), ha ottenuto
l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Santa Maria
Capua Vetere alle fine del 2011 con ordinanza emessa dal sindaco Di Muro,
affidamento subito prorogato alla scadenza; l’azienda opera anche a Maddaloni,
in questo caso in virtù di una gara, ma di soli quattro mesi poi prorogati. Alla DHI avrebbe fornito più di una consulenza Antonio Scialdone, ex
direttore generale del Consorzio unico,
Antonio Scialdone |
ancora in organico al Cub, condannato
di recente a tre anni e due mesi di carcere per calunnia aggravata, indagato
per smaltimento illecito di rifiuti e associazione mafiosa e soprattutto
stretto collaboratore di Nicola Ferraro, l’imprenditore dei Casalesi di recente
condannato per camorra a 9 anni e quattro mesi di carcere. In grande ascesa la
Iavazzi Ambiente dei fratelli Francesco e Raffaele Iavazzi, freschi neo-sponsor
della Juve Caserta, titolari dell’Impresud srl e dell’Ecologia Sas con cui in poco
meno di due anni hanno ottenuto affidamenti senza gara a San Nicola la Strada
(dal 1 giugno 2011 al 30 giugno 2012) e Capua (dal 19 marzo e per quattro
mesi); possiedono almeno due impianti per il trattamento dell’umido in cui
sversano tra gli altri i Comuni di San Nicola e Caserta in virtù di rapporti
contrattuali non originati da alcuna gara. L’Impresud noleggia mezzi per la
raccolta allo stesso Consorzio Unico e a decine di enti locali ogni qualvolta i
camion hanno problemi meccanici o vengono sabotati. L’azienda ha ricevuto tra
l’altro un’interdittiva antimafia revocata dal Tar per presunti contatti con i
Belforte di Marcianise, contatti emersi anche in un'inchiesta dei carabinieri del Noe datata 2008. Sembra un po’ in disgrazia invece l’Ecological service,
con sede a Boscoreale nel napoletano, che negli ultimi mesi si è vista
rescindere i contratti dai Comuni di Santa Maria Capua Vetere e Capua a favore
di DHI e Iavazzi Ambiente; in compenso ha ottenuto l’affidamento del servizio a
Mondragone (luglio 2011) e di recente in un piccolo centro come Vitulazio,
paese d’origine di Antonio Scialdone, la cui sorella è assessore comunale
all’ambiente; in prospettiva l’Ecological potrebbe iniziare a lavorare a
Piedimonte, avendo vinto la gara espletata dal Comune che, sebbene sia ancora
servito dal Cub, ha preferito cautelarsi da eventuali interruzioni del servizio
individuando una ditta sostituta per un periodo di due mesi. C’è la
Caserta Ambiente che opera nel capoluogo grazie ad un appalto di soli 4 mesi
vinto nel lontano giugno 2010 e poi sempre prorogato. L’azienda, di proprietà
delle famiglie Roviello di Casagiove e Deodati di Roma raccoglie anche a
Marcianise, in virtù di un provvedimento contingibile e urgente e sebbene il
Tar avesse censurato proprio tale pratica. Una situazione piuttosto seria vista
la presenza in azienda come lavoratori di numerosi affiliati al clan Belforte, come Antonio Zarrillo e Concetta Buonocore. Da giugno a novembre 2011 l’impresa ha inoltre operato con
ordinanza anche a Maddaloni. Arriva da Marcianise l’Ecosystem 2000 di Angelo
Grillo, ex consigliere comunale indagato di recente per mafia, denunciato inoltre dalla polizia nel gennaio 2011 perché avrebbe sostituito i
netturbini che protestavano con dei minorenni, arruolati come autisti dei camion
per la raccolta senza avere la patente, come nel film Gomorra. La sua azienda
ha ricevuto un’interdittiva antimafia nel 2010 poi annullata dal Tar, e attualmente ha contratti per la raccolta degli rsu a Cervino e Vairano Patenora. Anche le
gare pubbliche che applicano la normativa europea non costituiscono però
una garanzia assoluta: ad Aversa e Castel Volturno opera la Senesi Spa, il cui
manager Rodolfo Briganti è rimasto coinvolto nel 2010 in un'inchiesta per traffico illecito
di rifiuti tra varie regioni.
Antonio Pisani e Marilù Musto