mercoledì 25 gennaio 2012

Cervino, finì in cella per l'omicidio del sindaco assolto ingegnere del Comune

Assolto per insufficienza di prove Pietro Esposito Acanfora, ingegnere del Comune di Cervino, unico imputato accusato di aver ucciso il sindaco del paesino della provincia di Caserta, Giovanni Piscitelli, legato mani e piedi e bruciato mentre era ancora in vita il 28 febbraio del 2008.
Giovanni Piscitell
La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio di oggi dal giudice Marcello De Chiara del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il pm della procura di Santa Maria, Maurizio Giordano, aveva chiesto la condanna a 14 anni di carcere per omicidio preterintenzionale nei confronti dell’ingegnere che la sera del 28 febbraio consumò con il primo cittadino di Cervino un aperitivo al bar Zanzibar di Maddaloni. Il movente, stando alla procura, era un terreno sul quale il geometra Vincenzo Vigliotti, indagato poi prosciolto, doveva costruire un muro per conto del cugino, proprietario del fondo, che viveva a Roma. Il permesso a costruire era stato osteggiato proprio dal sindaco Piscitelli che il giorno stesso della sua sparizione inviò un agente della polizia municipale a verificare se vi fossero degli abusi edilizi. Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Stefania Amodeo, ipotizzò, nella misura cautelare emessa nel l’aprile 2008, che la sera del 28 febbraio di quattro anni fa, l’ingegnere Esposito Acanfora consegnò nelle mani di Vigliotti il sindaco Piscitelli il quale venne tramortito con un colpo alla testa mentre tornava dal Zanzibar in compagnia del funzionario della casa comunale. Per disfarsi del corpo, pensando che Piscitelli fosse morto, l’ingegnere e il geometra avrebbero trascinato il sindaco nel bagagliaio della vettura di Pietro Esposito Acanfora per poi bruciarlo accanto alla sua vettura, trasportata in località “I Lebbrosi” dal geometra. Il processo indiziario era iniziato nel 2010 e si è concluso oggi con l’assoluzione dell’ingegnere.


Marilù Musto

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