Il dieci agosto la città di Caserta dovrebbe conoscere l’azienda che
per i prossimi cinque anni effettuerà il servizio di igiene urbana, ovvero di
raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Un appalto del valore di 57
milioni di euro, dunque oltre 11 all’anno. Alla gara pubblica hanno preso parte
la ditta Ecologia Falzarano di Airola (Benevento) in Ati (associazione
temporanea di imprese) con l’DHI spa dell’imprenditore Alberto Di Nardi di
Pastorano (Caserta), e l’Ipi srl di Roma che si è presentata con l’Eco.Car.
srl, con sede sempre nella capitale. L’Ipi e l’Ecocar, entrambe di proprietà
dell’imprenditore di Nettuno Antonio Deodati sono già presenti a Caserta
nell’ambito del servizio di igiene urbana: la prima gestisce l’attività dal
2010 seppur in proroga insieme all’Alba Paciello di Casagiove – ditta che non
si è presentata alla gara - con cui ha dato vita alla Caserta Ambiente, mentre
l’Ecocar fornisce i mezzi per la raccolta. Qualche malumore e più di un sospetto
ha suscitato la decisione del dirigente comunale responsabile del procedimento
Carmine Sorbo di prorogare l’apertura delle buste dal 18 giugno al 3 luglio,
secondo
Il dirigente Carmine Sorbo |
un copione già visto durante la gara del 2008 quando in seguito alla riapertura
dei termini una delle due partecipanti, la Sace, si ritirò per protesta, lasciando campo
libero alla Saba, che poi vinse salvo essere estromessa dopo due anni per un’interdittiva
antimafia. Questa volta, ufficialmente, lo spostamento è stato motivato da
richieste di chiarimenti avanzate da una ditta che poi non si è presentata, ma secondo
voci vicine a Caserta Ambiente, sarebbe stato un modo per dare più tempo all’Ati
composta da Ipi ed Ecocar di raggiungere la soglia pari ad almeno il 70% dei 36
milioni di euro di fatturato, ovvero circa 25 milioni, realizzato nel triennio
2008-2010 con attività specifica di igiene urbana, ovvero a servizio dei
Comuni, come richiesto esplicitamente dal bando. Più precisamente il bando
prevede che in caso di Ati, la capofila, nel caso specifico l’Ipi, possieda
almeno il 60% della soglia, ovvero 21 milioni di fatturato, mentre la mandante,
dunque l’Ecocar, almeno il 10%, ovvero da 3,6
milioni in su. L’Ipi non dovrebbe avere problemi, è l’Ecocar invece a
suscitare più di un’ombra. A leggere le visure camerali si nota come l’Ecocar
solo dal 3 marzo 2011 effettui il trasporto per conto terzi, ovvero per i Comuni; il 24 maggio dello
scorso anno inoltre la società di Deodati ha acquistato il ramo di azienda
relativo ai trasporti da una società di Latina, la Sta (Servizi Trasporti
Ambiente), coinvolta nel 2007 nell’operazione Sabbie Mobili del Noe di Roma e
soprattutto riconducibile, secondo quanto emerso dalle indagini, ad Antonio
Nocera, dipendente di Caserta Ambiente, originario di Nettuno, stessa cittadina
laziale da cui proviene Deodati; durante l’indagine Nocera finì in carcere, mentre
la Sta, con i
suoi mezzi per il trasporto di rifiuti, fu posta sotto sequestro insieme ad
un’altra azienda che gestiva un sito di stoccaggio, la Siritec Ambiente srl, di cui
Nocera era considerato gestore di fatto. L’inchiesta svelò un organizzazione
che aveva smaltito illecitamente in una discarica pubblica i rifiuti speciali
provenienti dai siti gestiti da Nocera con un guadagno stimato di 450mila euro.
La Sta inoltre,
secondo quanto emerge dai bilanci del triennio 2008-2010, raggiunge un
fatturato di un 1,6 milioni di euro, insufficiente dunque a fornire all’Ecocar
la possibilità di eguagliare la soglia prevista dal bando. Non è improbabile
che in questo periodo di proroga Deodati abbia provveduto ad acquistare altri
rami d’azienda al fine di incrementare il fatturato. Stesso discorso per la
DHI di Di Nardi, una spa che effettua il servizio di raccolta
dei rifiuti solidi urbani a Santa Maria Capua Vetere e a Maddaloni in virtù di
ordinanze di emergenza di fine 2011 poi prorogate; è nata nel 2010, dunque non è certo che abbia svolto
attività di igiene urbana nel triennio preso in considerazione dal bando.
Marilù Musto e Antonio Pisani