giovedì 9 febbraio 2012

Caserta Ambiente, il potere del coordinatore Zampella tra assunzioni clientelari e servizi negati alla cittadinanza

Più che un’azienda di servizi ecologici per la cittadinanza, Caserta Ambiente sembra un’agenzia di collocamento al servizio di pochi gruppi familiari. Di 180 dipendenti, quaranta provengono da almeno cinque famiglie del capoluogo, alcune delle quali vantano accertati collegamenti con la camorra marcianisana, è il caso dei Rondinone (sette assunti), già proprietari di bar e ristoranti, e dei Benenati (10 assunti). Ma la parte del leone la fanno i familiari del “coordinatore generale operativo” dell’azienda Giuseppe Zampella: in organico tredici suoi congiunti, tra mogli, figli di primo e secondo letto, nuore, fratelli e nipoti, collocati nei ruoli chiave della società pur in mancanza dei necessari titoli di studio e di una pur minima competenza nel settore ambientale. La famiglia Zampella è titolare tra l’altro di alcuni chioschi per la vendita di panini tanto che ancora oggi il coordinatore è noto con il soprannome di “Peppe la porchetta”: per lui e i suoi parenti l’incarico in Caserta Ambiente rappresenta dunque un secondo lavoro, retribuito lautamente con stipendi dai duemila euro a salire, un miraggio per molti giovani casertani. Zampella ha salario e benefit da manager, quasi 5200
Una rara foto di Giuseppe Zampella
euro netti al mese, di cui 3300 euro di paga base, e accessori come indennità di trasferta da 1200 euro e rimborsi di mille euro per spese varie, tre Panda e altrettanti cellulari aziendali per sé e la propria famiglia, un codazzo di dipendenti addetti costantemente alla propria persona, ovvero un assistente coordinatore, un autista e un altro collaboratore per incarichi vari; un potere da autentico boss nel settore dei rifiuti costruito negli anni attraverso le assunzioni di parenti e amici, iniziate ai tempi in cui il servizio di raccolta era gestito dalla Sace di Mario Pagano, proseguite con la Saba di Ercolano e, dal giugno 2010, con Caserta Ambiente; in particolare negli ultimi diciotto mesi ha consolidato il suo status di reale capo dell’azienda imponendo e ottenendo dalle famiglie Roviello e Deodati, proprietarie delle quote societarie, l’assunzione di circa quindici persone a lui vicine in sostituzione dei dipendenti deceduti o andati in pensione, tra cui una delle tante nuore e il figlio del suo autista. Una gestione personalistica pagata a caro prezzo dalla cittadinanza: nel suo ruolo di organizzatore operativo delle attività aziendali infatti, Zampella, al fine di mantenere inalterate le sacche di privilegio per sé, i suoi familiari e gli amici, ha negli ultimi anni ridimensionato molti servizi previsti dal capitolato d’appalto, come lo spazzamento o il lavaggio delle strade e dei cassonetti, la pulitura delle caditoie e dei tombini, il ritiro dei rifiuti nelle periferie, dismettendone completamente altri, è il caso della raccolta domiciliare degli ingombranti, del ritiro di pile, batterie; dalla strade sono via via scomparsi i contenitori gialli per la raccolta degli indumenti mentre le campane per le bottiglie di vetro sono ormai rarissime nonostante per contratto dovrebbero essere un centinaio, così come in centro sono introvabili i cestini e nei condomini scarseggiano i cassonetti. Stesso discorso per la differenziata: nel 2011, da dati ancora non definitivi, la raccolta dovrebbe attestarsi intorno al 20%, meno della metà della soglia del 50% prevista dalla legge per avere uno sconto sulla Tarsu, risultato lontanissimo da quello raggiunto nel 2010 (il 47%). Un crollo che costerà ai cittadini un nuovo probabile aumento della tassa sui rifiuti, già tra le più alte d’Italia, non giustificato dalla mancanza di discariche, ancora più incomprensibile visti gli 80 operatori ecologici in organico: il sospetto, più che fondato, è che molti dipendenti di Caserta Ambiente, specie parenti e amici di Zampella, non si diano molto da fare nel selezionare i rifiuti già differenziati dai cittadini o peggio, restino a casa invece di lavorare o si dedichino ad altre attività, quale quella di venditori ambulanti.
Uno dei chioschi della famiglia Zampella
Mancano in azienda badge e altri sistemi di rilevazione automatica delle presenze; dal canto suo, il dirigente del Comune Carmine Sorbo, nel corso dell’audizione resa l’otto giugno scorso ai parlamentari della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, se l’è presa con i residenti dei rioni popolari incapaci, a suo dire, di effettuare la differenziata, tacendo sulla circostanza che quasi la metà dei lavoratori di Caserta Ambiente proviene proprio da quei quartieri. Nessun accenno al risibile dato della differenziata presso ristoratori e bar, di poco sopra lo zero, quasi un’attività di raccolta parallela gestita da Zampella e dai suoi collaboratori più fedeli e su cui gli ispettori comunali coordinati da Sorbo e la polizia municipale chiudono più di un occhio, nè ai continui blocchi selvaggi della raccolta che comportano l’accumulo di sacchetti e lo stop alla differenziata, imposti dallo stesso coordinatore ogni qualvolta si verificano ritardi nel pagamento degli stipendi: attraverso familiari e amici, Zampella è in grado infatti di controllare quasi la metà dei 180 lavoratori e di utilizzarli spesso come arma di ricatto verso i proprietari o il Comune, come è accaduto ad inizio gennaio quando la raccolta è rimasta ferma per due settimane. Situazioni che si ripetono con regolarità nel silenzio degli schieramenti politici cittadini, sia di destra che di sinistra, per cui il “piccolo esercito” controllato dal coordinatore generale rappresenta un fondamentale  bacino di voti, risultato decisivo tra l’altro nel 2011 per la vittoria alle amministrative del Pdl in cui militava Vincenzo Ferraro, responsabile del personale di Caserta Ambiente, divenuto vice dell’attuale sindaco Pio Del Gaudio. L’ascesa politica di Ferraro ha reso inattaccabile Zampella, che ha continuato a gestire con autorità ogni aspetto della vita aziendale, provocando solo in rari casi la reazione della proprietà. Nel settembre scorso per esempio, il presidente del cda di Caserta Ambiente Antonio Deodati ha sospeso l’elargizione dei 180 ticket che gli costavano 28mila euro al mese (5,29 euro al giorno a lavoratore): sembra infatti che numerosi buoni, nonostante l’assenza di lavoratori per ferie e malattie, non venissero restituiti all’azienda che così non poteva riutilizzarli il mese successivo ma doveva acquistarne un nuovo stock con perdite di migliaia di euro.
Zitti anche i sindacati, ricattati con l’arma delle adesioni che Zampella orienta a suo piacimento. Caso emblematico quello dell’Ugl, sigla cui è iscritto lo stesso coordinatore generale, totalmente assente in Caserta Ambiente nel giugno del 2010, quando partì l’appalto, oggi superpresente con 60 iscritti, molti dei quali neo-assunti; anche la Cgil ha visto aumentare i propri aderenti, mentre le altre organizzazioni preferiscono tacere. In trincea è rimasta una piccola sigla autonoma, la Cisas, che lo scorso luglio ha denunciato le assunzioni clientelari effettuate dalla società; in successivi comunicati, il suo segretario Mario De Florio ha raccontato di bacheche aziendali costantemente private del materiale diffuso dal suo sindacato, di dipendenti che si sono visti ridotti lo stipendio o hanno avuto improvvisi mutamenti di mansione dopo avervi aderito o che sono stati licenziati, è il caso di Giuseppe Izzo, responsabile delle risorse umane. Un clima aziendale pesante e omertoso di cui restano però poche tracce scritte: tra le organizzazioni sindacali e la società non è mai stato siglato alcun accordo circa i turni e gli orari di lavoro, sicché Zampella decide autonomamente chi adibire a determinati incarichi, chi far uscire la notte o il giorno, la domenica, chi insomma deve intascare gli straordinari o i rimborsi chilometrici, il tutto attraverso ordini di servizio incomprensibili  e introvabili nelle bacheche o dati oralmente. Capita così che la domenica, festivo pagato 100 euro, escano solo i suoi parenti o gli amici, che la moglie coordini la raccolta e lo spazzamento nella piccola frazione in cui vive, Casola, e abbia sotto di sé quattro persone, cifra da paesino medio-piccolo, che la figlia e il marito siano adibiti all’oscura raccolta degli ingombranti, che i membri della famiglia Benenati siano assegnati al turno pomeridiano, quello meno impegnativo. 

Antonio Pisani e Marilù Musto

1 commento:

  1. Speriamo che si faccia qualcosa ...... " Onore " alla Città di Caserta.


    Gianni.

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