venerdì 10 febbraio 2012

In cella il sindaco vicino a Zagaria, il pentito: era un pupazzo nelle mani del boss

L’arresto del sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria (solo omonimo del boss Michele), accusato di violenza privata, arriva in maniera quasi scontata.
Il sindaco Fortunato Zagaria
La vicenda che lo vide coinvolto è quella del primo ottobre 2008, quando, stando alle indagini, avvicinò l’allora sindaco Giovanni Zara, eletto pochi mesi prima, nei pressi del campo sportivo del paese della provincia di Caserta in cui il boss è nato ed è stato stanato (il 7 dicembre scorso), per dirgli che non doveva più esprimere dichiarazioni su propositi di cattura di Michele Zagaria e Antonio Iovine, le due primule rosse del clan dei Casalesi all’epoca latitanti; cosa che Zara aveva fatto con un comunicato stampa emesso qualche giorno prima. Fortunato Zagaria, che pure nella tornata elettorale aveva appoggiato Zara, spiegò al giovane sindaco che quel territorio aveva già avuto esponenti politici che avevano fatto carriera con l’Antimafia – riferendosi probabilmente all’ex senatore Lorenzo Diana – e che se non voleva fare la fine di Tonino Cangiano - l’assessore di Casapesenna gambizzato dalla camorra nel 1988 e morto nell'ottobre del 2009 dopo oltre vent’anni passati sulla sedia a rotelle - doveva moderare i termini. Quel messaggio, aggiunse, gli era stato riferito
L'ex sindaco Giovanni Zara
da un emissario del boss Michele Zagaria. Tutto ciò compare nella denuncia presentata dallo stesso Zara alla Direzione investigativa antimafia. Fatti che ebbero puntuali riscontri qualche mese dopo, a gennaio del 2009, quando il sindaco propose un finanziamento di due milioni di euro per il riutilizzo del bene del capozona Vincenzo Zagaria: alcuni consiglieri della sua maggioranza si misero di traverso; addirittura uno di loro, in consiglio, si alzò e disse: “Bisogna dirlo prima ai familiari di Zagaria”. Zara  non chiese il permesso a nessuno e firmò comunque il protocollo, decretando in pratica la fine della sua amministrazione. Qualche giorno dopo infatti, il 10 febbraio, venne costretto a lasciare l’incarico in seguito alle dimissioni di massa di 11 consiglieri della sua maggioranza, compreso Fortunato Zagaria. Su un sito web in cui si parlava della notizia, un anonimo che si firmava Al Pacino scrisse a Zara: “Ti avevo detto che avevi i giorni contati”. Il giovane sindaco aveva anche ricevuto una lettera da Nuoro con all’interno le foto di Michele Zagaria e Antonio Iovine.
Sui rapporti tra Fortunato Zagaria, già sindaco di Casapesenna  verso la metà
L'arresto del boss Michele Zagaria
degli anni duemila, e il boss omonimo, si è soffermato il 29 novembre scorso Roberto Vargas, ex esponente di primo piano dei Casalesi accusato di triplice omicidio e oggi collaboratore di giustizia; nel corso dell’interrogatorio tenuto davanti ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia che indagavano sulle presunte pressioni del primo cittadino di Casapesenna verso l’ex sindaco Giovanni Zara, Vargas affermò che “il sindaco Fortunato Zagaria era sotto il controllo di Michele Zagaria. Il sindaco era stato indicato direttamente da Michele Zagaria, ovvero era stato messo a fare il primo cittadino proprio da Michele, il quale lo gestiva allo stesso modo di un pupazzo”. “Mi viene chiesto – continuò Vargas - in che modo Michele Zagaria ha agevolato il sindaco ed io le rispondo che lo ha fatto votare da tutti i suoi paesani sfruttando il suo potere camorristico. I Zagaria avevano a loro disposizione sia i politici del Comune che i tecnici comunali – ha continuato Vargas -  la stessa cosa avveniva a San Cipriano con Iovine, ed in altri comuni come Casaluce, Villa di Briano e Frignano, pure gestiti da Antonio Iovine".

Marilù Musto e Antonio Pisani

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