lunedì 6 agosto 2012

Appalto rifiuti a Caserta verso l'aggiudicazione rebus requisiti per due partecipanti


Il dieci agosto la città di Caserta dovrebbe conoscere l’azienda che per i prossimi cinque anni effettuerà il servizio di igiene urbana, ovvero di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Un appalto del valore di 57 milioni di euro, dunque oltre 11 all’anno. Alla gara pubblica hanno preso parte la ditta Ecologia Falzarano di Airola (Benevento) in Ati (associazione temporanea di imprese) con l’DHI spa dell’imprenditore Alberto Di Nardi di Pastorano (Caserta), e l’Ipi srl di Roma che si è presentata con l’Eco.Car. srl, con sede sempre nella capitale. L’Ipi e l’Ecocar, entrambe di proprietà dell’imprenditore di Nettuno Antonio Deodati sono già presenti a Caserta nell’ambito del servizio di igiene urbana: la prima gestisce l’attività dal 2010 seppur in proroga insieme all’Alba Paciello di Casagiove – ditta che non si è presentata alla gara - con cui ha dato vita alla Caserta Ambiente, mentre l’Ecocar fornisce i mezzi per la raccolta. Qualche malumore e più di un sospetto ha suscitato la decisione del dirigente comunale responsabile del procedimento Carmine Sorbo di prorogare l’apertura delle buste dal 18 giugno al 3 luglio, secondo
Il dirigente Carmine Sorbo
un copione già visto durante la gara del 2008 quando in seguito alla riapertura dei termini una delle due partecipanti, la Sace, si ritirò per protesta, lasciando campo libero alla Saba, che poi vinse salvo essere estromessa dopo due anni per un’interdittiva antimafia. Questa volta, ufficialmente, lo spostamento è stato motivato da richieste di chiarimenti avanzate da una ditta che poi non si è presentata, ma secondo voci vicine a Caserta Ambiente, sarebbe stato un modo per dare più tempo all’Ati composta da Ipi ed Ecocar di raggiungere la soglia pari ad almeno il 70% dei 36 milioni di euro di fatturato, ovvero circa 25 milioni, realizzato nel triennio 2008-2010 con attività specifica di igiene urbana, ovvero a servizio dei Comuni, come richiesto esplicitamente dal bando. Più precisamente il bando prevede che in caso di Ati, la capofila, nel caso specifico l’Ipi, possieda almeno il 60% della soglia, ovvero 21 milioni di fatturato, mentre la mandante, dunque l’Ecocar, almeno il 10%, ovvero da 3,6  milioni in su. L’Ipi non dovrebbe avere problemi, è l’Ecocar invece a suscitare più di un’ombra. A leggere le visure camerali si nota come l’Ecocar solo dal 3 marzo 2011 effettui il trasporto per conto terzi, ovvero per i Comuni; il 24 maggio dello scorso anno inoltre la società di Deodati ha acquistato il ramo di azienda relativo ai trasporti da una società di Latina, la Sta (Servizi Trasporti Ambiente), coinvolta nel 2007 nell’operazione Sabbie Mobili del Noe di Roma e soprattutto riconducibile, secondo quanto emerso dalle indagini, ad Antonio Nocera, dipendente di Caserta Ambiente, originario di Nettuno, stessa cittadina laziale da cui proviene Deodati; durante l’indagine Nocera finì in carcere, mentre la Sta, con i suoi mezzi per il trasporto di rifiuti, fu posta sotto sequestro insieme ad un’altra azienda che gestiva un sito di stoccaggio, la Siritec Ambiente srl, di cui Nocera era considerato gestore di fatto. L’inchiesta svelò un organizzazione che aveva smaltito illecitamente in una discarica pubblica i rifiuti speciali provenienti dai siti gestiti da Nocera con un guadagno stimato di 450mila euro. La Sta inoltre, secondo quanto emerge dai bilanci del triennio 2008-2010, raggiunge un fatturato di un 1,6 milioni di euro, insufficiente dunque a fornire all’Ecocar la possibilità di eguagliare la soglia prevista dal bando. Non è improbabile che in questo periodo di proroga Deodati abbia provveduto ad acquistare altri rami d’azienda al fine di incrementare il fatturato. Stesso discorso per la DHI di Di Nardi, una spa che effettua il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Santa Maria Capua Vetere e a Maddaloni in virtù di ordinanze di emergenza di fine 2011 poi prorogate; è nata nel 2010, dunque non è certo che abbia svolto attività di igiene urbana nel triennio preso in considerazione dal bando.   

Marilù Musto e Antonio Pisani 

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